Nicola Montenz su "I giorni dell'inquietudine"
- francescoghezzi
- 18 giu 2017
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Grazie a Nicola Montenz per queste meravigliose parole:
“Passato il tempo dei malumori, delle ansie, del rimuginare costante e, a suo modo, produttivo, giunge di necessità quello dei bilanci finali. E della gratitudine, non solo per la bellezza dello spettacolo di ieri sera e per il successo - che sono esiti meritati, ma volatili e, in ultima analisi, secondari. Deve restare altro, credo, raggiunto il punto del silenzio: non un semplice arricchimento, ma il senso di una crescita efficace, di un apprendimento che procede per moto circolare e investe tutti. E a imparare di più, non sorprendentemente, sono spesso coloro che, per ruolo o indole, dovrebbero guidare gli altri. Per quanto mi riguarda, dai protagonisti giovanissimi e meravigliosi di questo spettacolo ho imparato a riconoscere forme silenziose di profondità e di inquietudine, volti non convenzionali dell'umanità, dell'educazione, del rispetto e del desiderio di costruire, insieme, qualcosa di bello e utile agli altri, a dispetto di qualunque sterile protagonismo. So molto bene, scrivendo queste parole, che senza Francesco il miracolo di ieri sera non sarebbe stato possibile: non sarebbe stato possibile nemmeno iniziare il percorso. A lui il mio affetto e la mia gratitudine per l'attenzione, per la pazienza, per le serate interminabili dedicate al progetto, e ancora per la competenza e la professionalità straordinarie eppure discrete, silenziose, e per l'umanità che ha saputo e voluto trasmettere a tutti. Grazie Francesco! Grazie, ragazzi!”
